Max
Pezzali si racconta: «L’amore mi ha fatto crescere»
di Linda Lucini
(Fonte: La Provincia Pavese)
PAVIA - E’ innamoratissimo. E l’amore sembra aver fatto riflettere
molto Max Pezzali. Al solo parlare di Martina, la romana che l’ha
stregato, gli si illuminano gli occhi, ma soprattutto sembra aver
scoperto un’altra vita: «Martina è molto più giovane di me e quei 10
anni di meno forse ti fanno vivere con ottimismo. Ero arrivato a
quel distacco di chi ha visto tutto e non si fida più. Invece questo
evento privato che ha portato nella mia vita molte novità insieme la
necessità di riconsiderare le cose, mi ha cambiato».
Martina innanzitutto gli ha quasi cambiato la residenza: «A Torre
d’Isola ormai ci sono solo nei week end. Sono molto più spesso a
Roma: mi ci trovo bene. Mi trovo meglio che a Milano, anzi credo che
in alcune parti Roma sia molto vicina a Pavia. Comunque, quando vivi
altrove capisci quanto la nostra provincia abbia un cordone
ombelicale in tutt’Italia».
Pavia e le tue radici però non le hai
dimenticate. Cosa c’è della tua città nell’ultimo disco «Il mondo
insieme a te»?
«E’ un album che mi racconta davvero. Non ci sono riferimenti
espliciti a Pavia perchè è un disco che parte più da dentro di me.
Ma i richiami a Pavia ci sono: nel brano «Lo strano percorso» i baci
tra i banchi di scuola della prima strofa, sono quelli della I B del
liceo scientifico Taramelli che frequentavo, prima di passare al
Copernico. Nella canzone «La volta buona» racconto l’episodio un po’
romanzato (apposta perchè non volevo che si riconoscessero i
personaggi) che riguarda uno spacciatore. Quando ero piccolo abitavo
nella periferia di Pavia, e ricordo quell’immagine come una
fotografia: un’auto della polizia, quel bar e quella storia tutta da
gioco d’azzardo».
E poi?
«Un’altra storia che racconto in questo album l’ho sentita
quando ero nel mondo delle ambulanze: riguarda una ragazza che aveva
dei grossi problemi sentimentali, rimase ferita in un incidente e
diventò prima la fidanzata e poi la moglie del suo soccorritore. In
questo disco, poi, c’è anche il racconto del classico giro al mare
che si faceva dalle nostre parti la domenica».
Sulla copertina del disco c’è un bivio: da
un lato il logo 883, dall’altro Max Pezzali. Ora ti senti
sufficientemente cresciuto per tagliare il cordone ombelicale?
«Un po’ sì, è un modo per sottolineare che sono diventato grande e
per dire che questo disco parte da me. Prima c’era il mondo e io
riflettevo tra me e quanto accadeva fuori, ora mi guardo dentro».
Nella canzone «Fai come ti pare» dispensi
consigli ai più giovani. Ma i ragazzi te li chiedono davvero?
«Mi è capitato tante volte, forse perchè mi vedono come il fratello
maggiore e allora ho raccolto un po’ di consigli eli ho buttati lì.
Dico: ricordati del passato, ma non esserne vittima; porta in giro
quello che sei, ma apriti al mondo. Tutti piccoli consigli, ma che
poi alla fine confluiscono in “fai quello che ti pare” perchè gli
sbagli sono necessari. La vita richiede che ci si sporchi di essa».
Ti rimproveri molti errori?
«Tanti».
Uno in particolare?
«Mi sono lasciato trascinare dagli amici, da situazioni, da realtà
di gruppo sognando il branco e facendo cose, innocenti, che però non
mi appartenevano. Cose che non mi hanno dato nulla. Un altro errore
che mi rimprovero è stato danneggiare certe relazioni sentimentali
per delle mie non-reazioni. Rapporti lasciati scivolare via nel non
capirsi, nel non parlarsi al momento giusto».
Ti senti più saggio ora?
«Saggio forse no. Sicuramente ho fatto più cose rispetto a 10 anni
fa, ho visto più luoghi, più situazioni, incontrato più persone.
Questo lavoro mi ha permesso e, a volte costretto, a vedere luoghi e
realtà che altrimenti non avrei mai visto e capito. Questo lavoro mi
ha dato tante esperienze in una unità di tempo molto breve. Saggio
non posso dire di esserlo divento, ma un bagaglio in più credo di
averlo. Poi magari sono tutte cose che non servono a nulla: la vita
in fondo non smette mai di stupirti». |